Come convertire il sottotetto in una soffitta abitabile

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Per pianificare la conversione di un sottotetto in una soffitta abitabile è necessario non solo conoscere le normative nazionali che regolano questa materia, ma anche quelle istituite da singole Regioni e Comuni. Come vedremo, queste presentano vantaggi e svantaggi che sarà bene tenere in considerazione.

In questo Libro delle Idee vedremo gli aspetti principali delle norme, da quelle che regolano l'altezza minima sino a quelle che regolano i cosiddetti rapporti aeroilluminanti, e cioè il rapporto tra volumetria dell'ambiente e l'estensione di finestre e lucernari.

Seguiteci.

1. Altezze minime

Uno degli aspetti da tenere maggiormente in considerazione quando ci si appresta a trasformare il sottotetto in una soffitta abitabile è rappresentato dalle altezze minime dei soffitti stabilite dalla normativa nazionale, che prevede una misura minima di 2,7 m. 

In molte Regioni questa misura scende, dai 2,4 m previsti in Regioni come l'Abruzzo, la Campania e la Lombardia, si scende sino ai 2 m di Lazio e Sicilia. Sarà quindi bene prendere visione sia dei regolamenti regionali che delle specifiche normative comunali.

2. I rapporti aeroilluminanti: la proporzione tra finestre e volumi

Altro aspetto da tenere in considerazione riguarda i cosiddetti rapporti aeroilluminanti, cioè le proporzioni tra le superfici degli ambienti e quelle delle finestre, porte e lucernari che permettono di aerarli e illuminarli. La normativa nazionale prevede che finestre e porte-finestre, come quelle che vediamo, raggiungano almeno 1/8 della superficie del pavimento.

Anche in questo caso esistono regolamenti regionali appositi che istituiscono eccezioni e variazioni di cui sarà bene prendere visione in sede di progettazione, per evitare spiacevoli sorprese e godere dei possibili vantaggi delle specifiche normative.

3. Contributi dovuti e riduzioni

Esistono contributi specifici per i lavori di ampliamento dovuti a Regioni e Comuni che variano da località a località e per i quali in molti casi esistono delle specifiche riduzioni di cui è possibile usufruire a seconda dell'entità dei lavori, sia che questi prevedano l'ampliamento o la creazione di nuovi ambienti, dalla camera da letto al bagno.

Per esempio, se in Lombardia e Lazio i singoli Comuni hanno la facoltà di aumentare il contributo dovuto sino a un massimo del 20%, in altre Regioni come la Liguria, questo può subire una riduzione anche del 50%, quando i lavori non prevedano la realizzazione di unità autonome o se si tratti di ampliare strutture a destinazione turistica o case popolari.

4. Sopraelevare il tetto, sì o no?

In alcune regioni è prevista la possibilità di una sopra-elevazione del tetto che permetta di raggiungere i requisiti minimi previsti dalle normative. Questo è possibile in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Sardegna e Umbria, regioni in cui è possibile anche cambiare le linee di pendenza delle falde per raggiungere i minimi.

5. Prestazioni energetiche

Anche per quanto riguarda le prestazioni energetiche, esistono diversi regolamenti regionali che regolano la materia nel caso specifico, mentre in Regioni come Molise, Piemonte, Puglia, Liguria le normative riprendono quella nazionale vigente. 

Per esempio, in Emilia Romagna sono stati sanciti requisiti di trasmittanza, raffrescamento e regolazione della condensazione che sono uguali a quelli stabiliti per le ristrutturazioni complessive delle case. Anche in Lombardia vigono le regole delle ristrutturazioni globali, quando il sottotetto interessato superi il 20% della volumetria esistente.

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